Siti di Padova Urbs Picta

Il sito seriale ‘Padova Urbs picta’ è costituito dai cicli pittorici ad affresco del Trecento conservati all’interno di otto edifici e complessi monumentali nel centro storico di Padova, suddivisi in quattro componenti, in un’area che nel XIV secolo corrispondeva all’intera superficie abitata all’interno delle mura. Le quattro componenti sono: Scrovegni ed Eremitani (carta n.1), Palazzo della Ragione, Reggia, Battistero e le loro piazze (carta n.2), Cittadella antoniana (carta n.3) e San Michele (carta n.4). Si tratta di un complesso di monumenti noto in tutto il mondo, conservato in un territorio in cui la tradizione della pittura murale ad affresco ha radici fino dal X secolo e che ha visto nel Trecento il suo massimo sviluppo: dalla presenza di Giotto in città intorno al 1302 infatti prende avvio una stagione straordinaria di cultura e arte che proseguirà per tutto il secolo caratterizzata da interventi pittorici di raro pregio.

Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona sono i protagonisti di questa impresa. Al servizio di famiglie illustri, del clero, del Comune e della Signoria dei Carraresi dipingeranno all’interno di edifici religiosi e civili, pubblici e privati, dando vita insieme alla nuova immagine della città.

Ancora oggi i cicli affrescati sono visitabili negli edifici e complessi monumentali originari. I cicli costituiscono un sistema unitario per la loro comune ascendenza giottesca – anche se opera di diverse mani, voluti da committenze diverse e all’interno di edifici di natura differente – e ogni personale interpretazione del linguaggio del maestro aggiunge valore eccezionale all’insieme.

Cenni Storici

Il grande sviluppo della pittura padovana nel XIV secolo ebbe inizio con l’arrivo di Giotto, chiamato intorno al 1302 molto probabilmente da Frati Minori Conventuali della Basilica di S. Antonio.

Approfittando della sua presenza in città, Enrico Scrovegni gli commissionò l’opera che ben presto divenne universalmente riconosciuta come il suo capolavoro:  la Cappella degli Scrovegni.
Durante tutto il XIV secolo gli artisti che operarono a Padova (Piero e Giuliano da Rimini, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Jacopo Avanzi, Altichiero, Jacopo da Verona) reinterpretarono in maniera autonoma e originale lo stile del Maestro, creando un completo rinnovamento stilistico, che ben presto raggiunse una portata nazionale e internazionale.

La realizzazione della decorazione della Cappella degli Scrovegni rappresenta il primo esempio nella storia di un legame molto forte tra un artista e il suo committente. Altrettanto importante sarà la relazione che gli altri committenti, i Frati Minori della Basilica di S. Antonio e i Signori di Padova, stabiliranno con gli artisti. In questo contesto spiccano due esempi di committenze femminili: Fina Buzzacarini (moglie di Francesco il Vecchio da Carrara), per il Battistero della Cattedrale e Traversina Cortellieri nella Cappella omonima nella Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani.

Oltre la Cappella degli Scrovegni esistono a Padova altri sette monumenti che conservano importanti testimonianze pittoriche di un simile valore artistico, che rappresentano uno straordinario momento culturale di Padova.

Partners

Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso

Regione Veneto

Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti

Basilica e Convento di Sant’Antonio Delegazione Pontificia

Veneranda Arca del Santo

Chiesa di Padova

Collaborazione Scientifica